[Chicco] Amore, Sorrisi e Cose Carine; di Questo son Fatte le Bambine…

Il 2020 lo chiudiamo così, continuando continuiamo con la rassegna delle offerte di rivenditori di abbigliamento per l’infanzia. Su ispirazione offerta da Desirée, che ringrazio, è la volta di Chicco.

Quali sono i messaggi che Chicco vuole che le bambine i bambini recepiscano? Quali sono le immagini di sé che Chicco vuole che i bambini e le bambine proiettino verso l’esterno? Ce lo dicono in modo chiarissimo i design che l’azienda ha scelto di attribuire a ciascun sesso. Giusto per la cronaca, ricordiamo che ci sono zero motivazioni (ragionevoli, sane e positive, si intende – perché c’è chi ritiene profitto a tutti i costi e indottrinamento ottime motivazioni) per cui debbano essere proposti design diversi a bambine e bambini, i cui corpi nella fase precedente la pubertà non differiscono relativamente a forme e misure e i cui interessi hanno radice individuale.


Il sesso maschile e il sesso femminile non vengono al mondo con specifiche innate preferenze su attività e temi – men che meno collettivamente condivise con ogni altro membro dello stesso sesso. È ridicolo anche solo a scriverlo, eppure viviamo come se fosse norma e verità, per lo più senza metterlo in discussione. Ma bando alle ciarle e guardiamo un po’ questi design. Magari Chicco ci sorprende e non si rivelerà perfettamente allineato con tutte le aziende di cui ho già scritto (Terranova, due volte, Zara, Disney, Benetton e OVS), a loro volta perfettamente allineate tra loro. Ehi, com’è che si chiama quella cosa lì che diffonde idee al fine di indurre determinati azioni e atteggiamenti, avendo particolarmente a cuore l’uso della ripetizione? Inizia con Pro e finisce con paganda, mi pare. Mi pare, eh.

Ma cosa abbiamo qui? Bene, bene. Da un lato si vive per brillare, si è belle e fortunate, si fanno occhi dolci, ci si adorna con cuoricini e fronzoli, si fanno autoscatti in pose e con corpi innaturali, con espressioni che più passive si muore, con rosa talmente rosa che s’è fatto spina, punge e fa venir l’orticaria. Dall’altro lato? Spirito libero! Musica! Leoni! Automobili! Si salva il pianeta, si suona (rappresentati con corpi realistici), si guida. Che noia. Perché non se ne stanno carini, a brillare e farsi foto con aria poco intelligente anche loro?
Vediamo qualche altro design.

Stereotipi Chicco

Per la squadra Bambine, tizia con occhi chiusi, labbra a cuoricino e aria spocchiosa che è troppo impegnata per te (te chi? mamma? papà? La maglietta è per bimbe dai 12 mesi), ma non per i brillantini che la sommergono, un’allegra ballerina, un tripudio di cuori e brillantini che pensa di passare inosservato nella sua idiozia sotto la scritta GRL PWR (✔ pseudo-femminismo aziendale che fa piangere sangue alla storia femminista, specie quella gloriosa degli anni ’70 che oggi possiamo sognare col binocolo), altra tizia con occhi chiusi e labbra protese, intenta a indossare un lucidalabbra, coperta di stelle e con la scritta BELLEZZA. Grande più della scritta ‘bellezza’, il team Bambini ci mostra la scritta SCOPERTA, con un razzo pronto a esplorare lo spazio, una dichiarazione d’esser super, un invito a raggiungere le stelle, con un dinosauro che fa skate e un bel viaggio in auto non-stop.

Questi sono solo alcuni esempi rappresentativi dell’intera collezione, che potete trovare qui per le bimbe e qui per i bimbi.


Tiriamo le somme, che dite?
Facciamolo tornando ai quesiti iniziali. Quali sono i messaggi che Chicco vuole che le bambine i bambini recepiscano? Quali sono le immagini di sé che Chicco vuole che i bambini e le bambine proiettino verso l’esterno?

Che le bambine siano remissive e dedichino la propria attenzione, il proprio tempo e il proprio spazio all’apparenza. Che pensino a essere carine e dolci. Se proprio non riescono a stare ferme e vogliono fare sport, c’è sempre la danza classica. Che i bambini siano attivi e in movimento, che esplorino, che facciano esperienze, che viaggino, che si divertano. Insomma, che vivano – non giriamoci intorno (specie se siamo donne, ‘ché poi si arruffano i capelli!). Trucco, cuori, stelle, moda, rosa, carineria e frivolezze son da femmina. Pressappoco tutto il resto è da maschio.

Mentre i bambini ricevono messaggi di incoraggiamento sul fare, sul conseguire, sullo sperimentare, le bimbe vengono educate a ossessioni vanesie che ci si augura determineranno il loro vivere futuro (e lo faranno, eccome se lo faranno, sebbene in misure diverse per ciascuna; com’è inevitabile che accada, grazie a questa estensiva e consapevole propaganda), perché si sa benissimo quanto è profittevole.


Questo è molto più che abbigliamento.
Non è di semplice tessuto che vestiamo i nostri bambini e le nostre bambine.
Li vestiamo di aspettative da soddisfare, modelli da ricoprire e di ruoli da recitare.
I messaggi sono sempre gli stessi, potenti, coerenti, frequenti.
Infiniti fiumi che affluiscono nello stesso mare. Chi vogliamo prendere in giro, ditemi un po’, quando proponiamo iniziative per incoraggiare le ragazze a questo e quest’altro, se poi permettiamo che, nei primi anni delle loro vite, anneghino in questa melma fatta di nozioni lesive e soffocanti che hanno enorme e durevole impatto, per quanto ad alcune e alcuni di noi piaccia raccontarsi di no anche di fronte all’ovvietà?

Nel 2020, badiamo a cosa veniamo incoraggiate/i a mettere indosso alle nostre figlie e ai nostri figli. Notiamo cosa viene proposto per loro, ogni singolo giorno, sotto i nostri sguardi per lo più vigili quanto quelli di un tasso dormiente.

Toglietevi dalla mente l’idea che sia possibile cambiare il futuro dei sessi in società e incoraggiare la libertà di espressione, comportamento e realizzazione individuale dei futuri uomini e delle future donne senza modificare il mercato dei prodotti per l’infanzia.
Non è neppure utopia. È idiozia.

Buon fine 2020 e buon inizio 2021 a tutte e a tutti!

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